Fotografare Persone, Non Pose: L'arte della connessione nel ritratto fotografico
Nei precedenti articoli, abbiamo sottolineato che nella fotografia di ritratto, l'elemento più importante per ottenere risultati di qualità è la connessione con il soggetto.
Ma come si stabilisce questa connessione? Come possiamo creare una complicità tra il fotografo e il suo modello o la sua modella?
Come avrete capito, non è un compito facile. Si tratta di un'abilità che si acquisisce con il tempo e l'esperienza. Tuttavia, proverò a darvi alcuni consigli che potrebbero accelerare il vostro processo di apprendimento, che naturalmente dovrà essere personalizzato in base alle vostre esigenze e caratteristiche personali.
Ricordo che quando ero un giovane studente, poco più che adolescente, avevo la possibilità di assistere a diversi shooting di ritratto con fotografi e modelle professioniste, ed ogni volta rimanevo affascinato dalla complicità che il fotografo aveva con la sua modella.
Tanto affascinato che facevo a tutti la stessa domanda: come ci riesci?
Ma le risposte che ricevevo erano sempre molto generiche e non ero mai soddisfatto di quello che mi dicevano, al punto che cominciai a pensare che ci fosse un “segreto” che i fotografi professionisti non volevano rivelare. La maggior parte dei fotografi interpellati, infatti, dicevano di non avere uno schema particolare, erano semplicemente se stessi.
Un pomeriggio capitò un’occasione più unica che rara: lo shooting si concluse prima del previsto e c’era la possibilità, per noi tre studenti che assistevano, di scattare qualche foto alla modella approfittando anche della presenza di tutto lo staff, tecnici, parrucchiere, estetista e soprattutto delle luci e delle attrezzature che noi umili pivellini potevamo solo sognare.
Si stabilì che ognuno di noi avesse 20 minuti di tempo per scattare tutte le foto che volessimo, anche eventualmente cambiando pettinatura, trucco e outfit alla modella, purchè si restasse nello slot di tempo previsto.
Lasciai lavorare per primi gli altri due, un po’ per timidezza, un po’ perchè non volevo sprecare l’occasione approfittandone per ricavare almeno un paio di scatti buoni da poter utilizzare per il mio portfolio.
Gli altri studenti optarono per non apportare modifiche, né al set né all'acconciatura della modella, scattando foto per tutti i 20 minuti a disposizione. Le foto che realizzarono erano molto semplici; lasciavano la modella improvvisare, intervenendo raramente. In sostanza, si limitavano a premere il pulsante di scatto mentre la modella faceva tutto il lavoro. Osservavo le espressioni dell'intero staff che si scambiava occhiate complici, espressioni che rivelavano quanto si stessero divertendo a guardare i novellini alle prese con le loro macchine fotografiche.
Quando arrivò il mio turno, chiesi al parrucchiere di legare i capelli della modella in modo da lasciare il collo scoperto, ma consentendo a qualche ciocca ribelle di cadere liberamente e naturalmente attorno alle sue orecchie. Il risultato fu un'acconciatura che esaltava il bel viso della giovane ragazza e, soprattutto, dava ai suoi occhi una luminosità speciale. Contento del risultato, iniziai a scattare alcune foto di riscaldamento. Ricordo che lavoravamo con la pellicola, quindi gli scatti disponibili erano limitati.
Ad un certo punto, ho chiesto alla modella di sollevare un dito davanti alla bocca come se volesse silenziare tutti. L'idea era quella di introdurre un elemento di rottura davanti alle sue labbra perfette, mentre inquadravo solo il primissimo piano del suo viso, dando risalto al rosso brillante delle labbra in contrasto con il blu intenso dei suoi occhi grandi e luminosi. Questo era ciò che volevo ottenere!
La modella, invece di mostrarsi entusiasta, mi rispose semplicemente: "Preferirei non farlo". Il mio entusiasmo si dissolse immediatamente e persi completamente la voglia di fotografare. Ringraziai tutti per la collaborazione, inclusa la modella, dicendo che per me era stata un'esperienza molto istruttiva. Mi allontanai dal set, anche se avevo ancora a disposizione almeno 6-7 minuti dei 20 previsti.
Credo che la mia delusione fosse evidente a tutti. Non ero riuscito a stabilire quel legame tra fotografo e modella, era come se mi mancasse un ingrediente magico.
fotografie di Lena Faye
Con l'età e l'esperienza, ho compreso perché la modella decise di non assecondare le mie richieste. Ho capito che non era colpa mia, ma che la modella temeva che la situazione potesse metterla in contrasto con la sua agenzia, poiché avrebbe potuto violare il suo contratto. Tuttavia, a quel tempo, non potevo saperlo. Non avevo ancora familiarità con contratti e accordi commerciali.
Dopo quella esperienza, ne sono seguite altre, fortunatamente più positive. Gradualmente, ho capito il motivo per cui i maestri a cui chiedevo come creare una connessione con la modella mi rispondevano sempre che non c'erano tecniche particolari, bisognava solo essere se stessi. Il segreto era proprio questo: per creare una connessione con il soggetto che si sta fotografando, bisogna rimanere autentici. È importante non ingannare la persona di fronte a noi con un atteggiamento affettato e arrogante, ma dimostrare invece comprensione, disponibilità all'ascolto e grande competenza. Questo è l'unico segreto.
Tuttavia, alcune semplici strategie mi hanno aiutato a sviluppare le competenze necessarie per emulare finalmente i maestri che ho ammirato per tanto tempo.
È importante considerare due fasi del processo: una fase preparatoria prima della sessione fotografica e una fase operativa durante la sessione stessa.
Vediamo la fase preparativa:
Se si tratta di un progetto personale, descrivo alla modella le foto che vorrei fare, mostrandole esempi attraverso schizzi o altre fotografie. Osservo attentamente la sua reazione, pronto a cogliere qualsiasi segno di disagio o entusiasmo. Se percepisco un possibile disagio, le chiedo cosa potrebbe impedirle di lasciarsi coinvolgere nel progetto. Nel caso in cui si mostrasse entusista, invece, le chiedo suggerimenti su come migliorare il progetto. In entrambi i casi, coinvolgo la modella nel processo creativo, rendendola partecipe del progetto. Questo contribuisce a farla rilassare, mostrando che sono comprensivo e attento alle sue esigenze.
Se la modella è una cliente pagante, prima le chiedo che tipo di fotografie vorrebbe, qual è il mood della sessione e quali sono le sue aspettative. Solo dopo introduco eventuali varianti alle foto che mi propone e osservo la sua reazione per capire il suo grado di entusiasmo. Le varianti proposte devono essere coerenti con le richieste della cliente. Altrimenti, potreste rischiare di farla sentire manipolata. Questo non solo mi consente di essere preparato per lo shooting, ma mi dà anche l'opportunità di anticipare e gestire eventuali problemi che potrebbero sorgere.
fotografie di Marcel Hotze
Durante lo shooting:
Verso la fine della sessione, quando sia tu che il modello vi sentite più a vostro agio, potrai introdurre le varianti che ti sono venute in mente. A questo punto, avendo superato la fase critica del servizio fotografico, non ci saranno più freni emotivi che potrebbero ostacolare la creatività o l'espressione di sé. Così, avrete la libertà di esplorare nuove idee e concetti, arricchendo ulteriormente il progetto.
Mantieni un atteggiamento positivo e incoraggiante durante l'intera sessione fotografica. Questo aiuterà a creare un ambiente rilassato e cooperativo, il che può portare a risultati migliori. Un modo per farlo è mostrare periodicamente al soggetto gli scatti che hai fatto. Questo non solo gli permetterà di sentirsi coinvolto nel processo, ma potrebbe anche darti l'opportunità di ricevere dei suggerimenti preziosi. Il soggetto, infatti, potrebbe notare dei dettagli o degli aspetti che tu, da fotografo, potresti aver trascurato. Ricorda sempre, la persona o l'oggetto che stai fotografando è il fulcro dell'immagine, non tu. Che tu stia lavorando con un cliente che ti paga o con un volontario, il tuo obiettivo dovrebbe essere sempre quello di rappresentarlo nel modo più preciso e lusinghiero possibile. Se non riesci a farlo, corri il rischio di finire con una serie di foto che, anche se tecnicamente valide, potrebbero essere inutilizzabili perché non piacciono al soggetto fotografato.
Usa l'umorismo nelle tue conversazioni, racconta storie interessanti e coinvolgenti, e soprattutto divertiti nel farlo. Potresti raccontare aneddoti divertenti che ti sono capitati nelle sessioni precedenti ma evita di dare giudizi sulle persone che hai fotografato, piuttosto usa l’autoironia e racconta storie divertenti su di te ed evita di ridicolizzare i tuoi soggetti. Questo ti permetterà di creare un'atmosfera piacevole e accogliente e apparire vulnerabile ti renderà più vicino al soggetto incentivando la complicità.
Sii paziente. Se noti che il tuo soggetto non risponde come speravi ai tuoi stimoli, non mostrarti nervoso o infastidito. Potrebbe semplicemente essere una giornata storta per lui o lei. Ricorda, non stai lavorando con attori o attrici abituati a gestire le proprie emozioni, quindi potrebbe capitare che non si sentano al meglio o che qualcosa di personale sia accaduto nelle ore precedenti alla sessione, cose che non puoi controllare. In questi casi, completa la sessione con calma, attenendoti alla scaletta. Se la giornata ha avuto un inizio difficile, non c'è nulla che tu possa fare per migliorarla. Idealmente, per risparmiare tempo, potresti notare prima della sessione se c'è qualcosa che non va e considerare la possibilità di rimandarla. Questo è possibile solo se hai seguito tutti i passaggi discussi nelle sezioni relative alla pre-sessione. Solo attraverso una comunicazione adeguata potrai identificare eventuali problemi.
Altre considerazioni:
Prima di cominciare la sessione fotografica, evito di iniziare immediatamente il lavoro. Preferisco invece prendere del tempo per chiacchierare con le mie clienti su vari argomenti. Questo può avvenire davanti a una tazza di tè o caffè, o magari mentre gustiamo un aperitivo leggero. Questo momento di conversazione informale aiuta ad alleviare l'ansia iniziale che può essere presente e facilita l'adattamento al ruolo e all'ambiente della sessione fotografica.
Durante le sessioni più lunghe, è importante prevedere delle pause. Questo serve per dare a tutti i presenti la possibilità di rilassarsi e rinfrescarsi prima di continuare con la sessione. Pertanto, solitamente predispongo un piccolo tavolo con vari stuzzichini e bevande. Questo non solo offre un piacevole intermezzo, ma contribuisce anche a mantenere un'atmosfera rilassata e accogliente, fondamentale per la buona riuscita della sessione fotografica.
A volte, l'illuminazione utilizzata può infastidire il soggetto. Generalmente, la luce naturale ha l'effetto di calmare le persone, mentre l'uso di flash o luci stroboscopiche potrebbe innervosirle. Anche la musica può influenzare l'ambiente. Chiedo sempre se c'è una playlist preferita. In caso contrario, utilizzo una playlist di musica strumentale (pianoforte o chitarra) di autori contemporanei come Ludovico Einaudi o Yiruma. Tuttavia, il tuo soggetto potrebbe preferire musica diversa, quindi assicurati sempre di accontentare chi stai fotografando.
Durante i miei anni di studio, i professori di sociologia suggerivano un approccio molto diretto per creare una connessione intensa e immediata con gli altri. Questo consiglio era particolarmente enfatizzato quando l'altra persona era del sesso opposto. Secondo loro, il contatto fisico era un mezzo potentemente efficace per stabilire un legame. Questo poteva manifestarsi in vari modi: un abbraccio caloroso durante i saluti iniziali, o toccare delicatamente le braccia e le mani dell'altra persona di tanto in tanto durante la conversazione.
In teoria, queste azioni avrebbero dovuto servire a creare un senso di familiarità e intimità tra le persone coinvolte. Tuttavia, sulla base della mia esperienza personale, vorrei mettere in guardia dall'adozione di questo approccio. Non sempre funziona come previsto. Infatti, potrebbe avere l'effetto contrario: invece di avvicinare l'altra persona, potreste finire con il farvi percepire come invadenti o appiccicosi.
Inoltre, viviamo in un'epoca in cui la consapevolezza e il rispetto per lo spazio personale e i confini degli altri sono di fondamentale importanza. Un contatto fisico non richiesto o inopportuno potrebbe essere interpretato come molestia. Quindi, anche se il consiglio dei miei professori poteva avere un senso in un contesto diverso, non lo ritengo appropriato o efficace oggi.
Conclusione
In sintesi, creare una connessione con il soggetto che stai per fotografare è un elemento cruciale per ottenere risultati autentici e coinvolgenti. Questo legame non si costruisce con una formula magica o un semplice trucco, ma è il frutto di una serie di strategie e competenze personali che si sviluppano e si affinano con il tempo e l'esperienza.
Il tuo obiettivo finale dovrebbe essere sempre quello di rappresentare al meglio il soggetto della tua sessione fotografica, facendolo sentire a proprio agio durante tutto il processo. Questo richiede un ascolto attento, una genuina empatia e un rispetto scrupoloso dei loro limiti e desideri. È altresì fondamentale rimanere autentici e veri con se stessi, poiché la sincerità è un valore che non può essere mascherato e che è facilmente percepito dagli altri.
Ogni passo che farai verso la creazione di questo legame di fiducia e rispetto con il tuo soggetto, si rifletterà nelle immagini che creerai. Saranno foto che parleranno non solo del soggetto in sé, ma anche della relazione che si è creata tra di voi, rendendo ogni scatto unico e irripetibile.
La fotografia ritrattistica è un'arte di connessione e comunicazione. Ogni volta che riesci a stabilire una connessione sincera e profonda con il tuo soggetto, sei un passo più vicino a catturare la sua vera essenza, illustrando non solo la sua immagine esterna, ma anche la sua personalità e il suo spirito. E quando ciò accade, la tua fotografia diventa molto più che una semplice immagine: diventa una storia, una dichiarazione, un pezzo di vita congelato nel tempo che continua a parlare anche dopo che il momento è passato.
Continua a esercitarti, continua a imparare e continua a sviluppare le tue abilità di ascolto e di connessione. Il tuo percorso come fotografo sarà pieno di sfide e scoperte, ma ricorda che ogni passo lungo il percorso ti avvicina al tuo obiettivo di catturare non solo immagini, ma emozioni, storie e momenti di vita autentici.